La terza “parola della cura” che ho individuato, nella relazione avvocato-cliente, è EMPATIA.

Empatia non significa sensibilità o emotività, ma capacità di entrare nello stato d’animo di un’altra persona.

L’empatia richiede due competenze: una emotiva, cioè la capacità di restituire all’altro una risposta emozionale, e l’altra cognitiva, ossia adottare il punto di vista dell’altro per comprenderne comportamenti ed emozioni.

E’ particolarmente importante che l’avvocato negoziatore sia in grado di entrare in connessione empatica con la persona che si rivolge a lui: perchè la relazione professionale è prima di tutto una relazione “fra persone”, e questa connessione è un presupposto fondamentale dell’alleanza strategica fra avvocato e cliente.