Il testamento biologico: perché?
1 – Autodeterminazione
Il testamento biologico è una dichiarazione scritta con cui una persona esprime le proprie volontà in relazione ad una futura situazione di incapacità: fornisce anticipatamente indicazioni sulla tutela della salute e della vita e può indicare, in particolare, i trattamenti sanitari e gli altri trattamenti di sostegno vitale ai quali il disponente vuole, o non vuole, essere sottoposto.
A differenza del testamento, che esprime le volontà di una persona con efficacia differita a dopo la sua morte (in relazione sia ai rapporti patrimoniali sia ai profili non patrimoniali), il testamento biologico – detto anche biotestamento o testamento di vita, o in inglese living will – è destinato ad avere efficacia durante la vita del disponente, qualora lo stesso si trovi in una situazione di incapacità (anche temporanea) o di capacità attenuata che non gli consenta di assumere o esprimere decisioni consapevoli.
In Italia il testamento biologico è regolato dalla legge 22 dicembre 2017 n. 219, che ha istituito le DAT – Disposizioni Anticipate di Trattamento.
PERCHE’ REDIGERE LE DAT?
La prima ragione è connessa all’autodeterminazione della persona: un diritto umano fondamentale, connesso con il principio di libertà personale (art. 13 Costituzione), che garantisce l’autonomia e l’indipendenza di ciascun individuo nelle proprie scelte, in linea con i propri valori, interessi e obiettivi.
Con le DAT il disponente può infatti esprimere, e declinare in concreto, il proprio diritto a decidere anticipatamente sulla propria salute e la propria vita, per il periodo in cui non sarà più cosciente o in grado di esprimersi.
